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domenica 13 maggio 2012

Make-uppo ergo sum

E' tutta colpa di mia madre. Avevo tredici anni, e un bel giorno se ne tornò a casa con un regalo: un duo di ombretti Deborah. Un verde scuro e un verde acqua: che bei colori, pensai. Io, nata, cresciuta (e pasciuta, si dice al paese mio) con la fissa dell'arcobaleno, da sempre incondizionatamente attratta da tutto quello che è rosa e giallo. Ma anche verde, arancione, blu, viola, bianco. Vabbè, non tergiversiamo: non sono qui ad insegnarvi la scala cromatica. Fatto sta che corsi in bagno e diedi vita alla sperimentazione. Nella confezione c'era pure un pennello: quelli piccoli di spugna, per intenderci. Ma io non sapevo che farci. Perciò usai il polpastrello del dito indice. A quei tempi ancora non c'erano Clio e Giuliana ad insegnarmi come si sfumasse un ombretto: ragion per cui, pensai che bastasse strofinare il prodotto sulla palpebra - ma tutta, mica solo quella mobile - perché il gioco fosse fatto. Provate a immaginare come uscii conciata da quel bagno. E la cosa grave, detto tra noi, fu che a me quell'obbrobrio che avevo appena combinato piaceva pure. A mamma, invece, per poco non prese un accidente: appena mi vide, si pentii dello slancio di generosità di pochi istanti prima. Penso abbia pure giurato di eliminare i cosmetici dalla lista di cose da regalarmi.Quel momento segnò la mia condanna. Perché da lì fu un'escalation: inizia pian piano a dissipare la mia fortuna - all'epoca dieci, quindicimila lire alla settimana - nelle profumerie della mia piccola città. Non da Sephora e né da Kiko, che all'epoca avrei pensato fossero magari i nomi di chissà quali razze di farfalla. Il mio borsellino nero di Badtz Maru si gonfiava giorno dopo giorno, tra improbabili ombretti liquidi della linea Bons Bons di Malizia - oppure, chi lo sa, erano dei simil rossetti che io mi ostinavo tuttavia a spalmare sulla mia povera palpebra - e gloss comprati al mercatino estivo della domenica. Ma non sapevo proprio farci, diciamocelo. Un giorno, ebbi l'illuminazione: le trousse Pupa furono l'unico regalo che iniziai ad accettare da amici e parenti. Una vera e propria ossessione. La Soleluna, Cappuccetto Rosso, L'Angelo, Lo Yo-yò... E chi più ne ha più ne metta. Cimeli di guerra che credo non getterò mai, tanto sono belle. Ma non ebbi mai quella che più desideravo al mondo. La vendevano in un negozio che si chiamava Bertucci, sulla strada dello shopping cosentino, corso Mazzini, e andavo ad ammirarla, sospirando, almeno due volte in sette giorni: era la fatidica, meravigliosa, incredibile maxi-piramide di Pupa. Strapiena di ombretti, sia in polvere che in crema, lipstick, smalti e fard (perché allora si chiamavano così, e non blush). Niente, non la trovai mai sotto l'albero. E decisi che negli anni a venire mi sarei presa la rivincita. Ed eccomi qui, a venticinque anni, in una stanza di 3 metri quadri scarsi pronta ad esplodere. Rullo di tamburi: finalmente so truccarmi. Uno stipendio da precaria, quasi metà del quale finisce proprio nelle casse di Sephora, di Kiko, dell'Oviesse e in quelle delle case cosmetiche che vendono online. Non sono stata breve, lo so. Ma dovevate sciropparvi questo tuffo nel passato, per capire dove vuole andare a parare questo blog. Perché se è vero che i pigmenti della Mac Cosmetics mi fanno sognare, è pur vero che una beauty addict del 21esimo secolo, con uno stipendio da precaria (e da fame) deve soddisfare le sue esigenze stando attenta a non fare la fine della Becky Bloomwood di "I love shopping": non possiamo permetterci di cadere in rovina. Possiamo solo andarci vicine, scegliendo bene e stando attente. Concedendocisi qualche lusso solo di tanto in tanto. Non ho la presunzione d'insegnare a chi si avvicina al mondo del make up come ci si trucca. Voglio solo parlarvi dei miei tesori, e magari esservi utile nella scelta di qualche prodotto. Senza pretese e senza fare la maestrina. A lavoro, allora! Grazie a chi è riuscita ad arrivare alla fine di quest'interminabile post! Spero mi seguirete!
Alcuni dei miei cimeli

Lo storico ombretto che diede inizio alla fine
La Piramide di Pupa tanto sognata in adolescenza

8 commenti:

  1. Mi hai fatto ridere, molto divertente la scenetta da bambina.
    Ti ho messoo tra i preferiti.
    Passa a trovarmi se ti va! :)
    E in bocca al lupo con il tuo blog!

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    1. Passerò a trovarti con piacere! E grazie per avermi letta ;) A prestooo!
      ps: crepi!

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  2. Anche io ho ricevuto lo stesso set di ombretti della Deborah come primi trucchi...Pero i colori erano marrone e beige... Li ho usati per una marea di tempo!!!

    Se ti va passa a vedere il nostro blog: http://mindthestyle-italy.blogspot.it/

    a presto!

    Alessia

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  3. Ahahah che bella combinazione! Passo subito, così diventiamo pure followers!

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  4. Risposte
    1. Grazie! Ora lo siamo anche noi! se vuoi ci trovi anche su FB!

      baci

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  5. anche io ho l'angioletto !!! più o meno dall'età di 12 anni: i colori praticamente sono finiti e mi è pure caduta per terra spaccandosi in 3 pezzi, ma non me la sento di buttarla è stata la mia prima palette.

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  6. Ho "sfogliato" le pagine del blog dalla più recente alla prima, dove ho trovato questa presentazione, leggendo solo i titoli dei post... Mi sono bastati per aggiungerti ai preferiti! Mi piace come scrivi ^^ E adesso... torno indietro a leggere gli fino in fondo ^^

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